“Why nations fail” nell’edizione italiana de Il Saggiatore “Perchè le nazioni falliscono” é un libro di Daron Acemoglu e James Robinson sulla nascita, lo sviluppo e la fine delle nazioni nel corso della storia. Il libro vuole cercare una spiegazione all’origine della prosperitá e della povertá che hanno attraversato ed attraversano differenti paesi. Personalmente io considero questo libro una risposta al lavoro di Jared Diamond “Armi, acciaio e malattie“. Nel suo libro Diamond metteva in luce l’importanze delle risorse naturali in termini di piante, animali, clima etc. nello sviluppo della civitá umana. In parti del pianeta in cui queste risorse erano state disponibili esse avevano permesso lo sviluppo di grandi civiltá, in altre in cui le risorse erano scarse gli insediamenti umani erano rimasti a livello di piccoli villagi o tribú. In “Why nations fail”, Acemoglu e Robinson ribaltano questo teoria, le risorse sono importanti ma questo non é sufficiente per spiegare la crescità e la prosperitá di alcune nazioni rispetto ad altre. Secondo i due autori il punto cruciale per avere prosperitá e favorire lo sviluppo di una nazione é la presenza di “istituzioni inclusive”, sia dal punto di vista economico che dal punto di vista politico. La mancanza di uno di questi due requisiti fa si che sul lungo termine lo sviluppo di una nazione si arresti o ancora peggio porti al fallimento del paese stesso. Il libro é molto interessante e si legge bene. Acemoglu e Robinson presentano molti esempi a partire dalla storia antica fino ai giorni d’oggi per avvalorare la loro teoria. Questi esempi mostrano come istituzioni inclusive creino un circolo virtuoso per l’economia, che peró é sempre in bilico e rischia di essere ribaltato da eventi di vario tipo.
Personalmente credo che la loro teoria sia corretta, anche se avrei messo l’accento su aspetti più moderni come le pressioni che ricevono piccoli stati da grandi potenze e sul controllo che uno stato democratico deve esercitare affinché un gruppo ristretto di persone non diventi troppo potente economicamente o politicamente fino a minare le “istitutzioni inclusive”.
Alla fine, direi un libro che va letto assolutamente per capire quanto la crescita di un paese sia legata alla possibilità di partecipazione dei suoi cittadini.
Categoria: societa
Quando ho smesso di comprare magliette noiose
Quando entro in un negozio dove vendono magliette da uomo normalmente mi prende un po’ di tristezza. Sono praticamente tutte uguali, con poche differenze di colore, marca ed qualche scritta.
Penso che il lavoro del disegnatore di magliette da uomo sia un po’ frustrante. Da una anno all’altro cambia poco e niente, un colore, i caratteri della scritta più grandi o più piccoli… ed ecco fatta la nuova maglietta per l’estate 2016.
Per le donne la storia è differente, i vestiti femminili sono sempre più fantasiosi e creativi 🙁
C’è poi una cosa che proprio mi da fastidio il fatto che si debba pagare per andare in giro con il marchio di un’azienda che così si fa pure pubblicità.
Per fortuna ho scoperto che esistono persone che utilizzano le magliette per trasmettere messaggi costruttivi, per finanziare associazioni o dare lavoro a chi non ce l’ha.
Fra l’altro le magliette non sono niente male, spesso più belle di quelle che di grandi marche. E quindi quando posso la mia spesa la faccio su:
o direttamente nei loro negozi se sono a Roma. Oltre a questi naturalmente ci sono delle belle magliette realizzate da bravi artisti che peró difficilmente si trovano nei negozi.
Il piacere di comprare oggetti di seconda mano
In Italia non avevo molto l’abitudine di comprare oggetti di seconda mano, ma da quando sono arrivato in Francia la mia visione su questo mondo e’ cambiata completamente.
In città è facile trovare negozi “Troc de vêtements d’enfants” cioè negozi che vendono e comprano vestiti per bambini usati. Per chi non ha figli voglio ricordare che i vestiti per bambini a volte durano pochissimo perché i bimbi crescono e quindi dopo 3 o 6 mesi o un anno non gli vanno più bene, ed a volte sono praticamente nuovi ma inutilizzabili. Con mia moglie ormai abbiamo preso l’abitudine di andare al negozio “Troc” vicino casa per comprare vestini, giochi, libri etc. E quando non ci servono più o sono diventati troppi piccoli, ripassiamo al negozio per rivenderli.
Questo e’ solo uno dei sistemi di rivendita’ dell’usato che ho scoperto qui in Francia, un altro sistema che funziona molto bene e’ quello della donazione/vendita di beneficenza.
Quando arrivai a Grenoble, per la prima volta avevo bisogno di qualche mobile per una casa che avevo affittato e non avevo voglia di fare grandi spese per una casa in cui non sarei restato molto tempo. Grazie ai miei colleghi ho scoperto Emmaus. Emmaus e’ un movimento creato dall’abate Pierre nel primo dopoguerra per aiutare persone bisognose. Per raccogliere fondi hanno creato un sistema molto ingegnoso. Tutto possono donare oggetti di vario tipo, mobili, vestiti, strumenti musicali, etc.. e poi la comunità di Emmaus si occupa di rivenderli in grandi negozi. Il bello di Emmaus e’ che ci si trova un po’ di tutto, dai mobili, ai giochi, libri etc.. E poi la cosa che apprezzo molto e’ il servizio trasporto a casa, per solo 10 euro, oppure ritiro della merce in caso di donazioni.
Ho visto che spesso questo servizio viene utilizzato quando qualche persona anziana muore ed gli eredi decidono di donare tutti i vecchi mobili dell’appartamento.
Per questo non e’ inusuale trovare da Emmaus vecchi pianoforti a 100 euro, o mobili e credenze degli anni 60.
A questo aggiungono altri negozi simili come quelli delle croce rossa che funzionano sullo stesso principio.
Ci sono infine negozi dell’usato specializzati in particulari prodotti come ChashConvert, CashEspress per elettronica ed elettrodomestici, OCD er musica e film, e GilbertJoseph per i libri.
In fine ci sono i Vide Granier, letteralmente gli “Svuota Cantina”, delle vendite organizzate una volta a l’anno nelle varie strade delle citta’ dove la gente puoi rivendere tutte le cose vecchie che ha in casa.
I vantaggi di questo sistema sono molteplici. Si passa sa semplici consumatore a rivenditore. C’è un grande risparmio, sia nell’acquisto che grazie alla rivendita. Tutti i soldi spesi rimangono nella comunità locale. Ed in file il riuso e’ molto più ecologico del riciclaggio, perché non deve essere spesa alcune energia per ritrasformare i prodotti in qualcosa d’altro.
Devo dire che e’ stata proprio una bella scoperta. 🙂