Robert Oppenheimer, the American Prometheus

Un’avvincente biografia di Robert Oppenheimer, dalla sua infanzia passando per il progetto Manhattan fino ai suoi ultimi giorni.
Il libro è scritto bene, scorrevole anche se pieno di dettagli e particolari interessanti.
Un personaggio complesso che ha saputo passare dal mondo accademico alla gestione di un progetto immenso come quello della bomba atomica.
Mi ha sorpreso molto l’ultima parte, che era quella che conoscevo meno, sulla caccia alle streghe del periodo McCarthy in cui molti scienziati che avevo dato grandi contributi furono licenziati o costretti a dimettersi a causa delle loro passate simpatie per partiti di sinistra. Chi finì a fare il meccanico, l’agricoltore, chi emigrò all’estero etc..
Anche R. Oppenheimer non fu risparmiato da queste purghe, anche se riusci a mantenere il suo posto in ambito scientifico.
Una bella storia.

L’algoritmo e l’oracolo. Come la scienza predice il futuro e ci aiuta a cambiarlo

In questo libro Alessandro Vespignani ci presenta la scienza delle previsioni. Passando dalle previsioni meteo a le scienze sociali, fino alla diffusione delle epidemie. Grazie ad algoritmi sempre piú performanti ed una disponibilitá di dati sempre maggiore, oggi é possibile predirre i risultati di un campionato di calcio, l’arrivo di un ciclone, l’andamento della borsa o i nostri gusti musicali. Coloro che possiedono l’accesso ai dati ed agli algoritmi sono i nuovi oracoli digitali. Alcuni sono giá tra noi e li utilizziamo tutti i giorni a volte senza accorgecene.
Il prof. Vespignani ci presenta la storia di queste previsioni, i loro successi ed i loro limiti. Negli ultimi capitoli Vespignani ci mette anche in guardia dall’uso che soggetti malintenzionati in possesso di dati e tecnologie adeguate possono fare con questo tipo di previsioni. Il libro é scorrevole e diviso in capitoli che raccontano vari episodi legati al mondo delle previsioni.

Lo scopo finale di questo libro é far prendere coscenza al lettero di come funzionano e cosa possono fare questi nuovi oracoli digitali. Buona lettura.

Il trucco c’è e si vede

Un libro da leggere tutto d’un fiato. Scopriamo tantissime curiosità legate al mondo della cosmesi e le altrettante verità scientifiche che si nascondono dietro i messaggi pubblicitari dei vari prodotti che siamo così sapientemente invogliati ad acquistare.
Beatrice Mautino fa chiarezza sui cosmetici “senza qualche cosa”, dove il qualche cosa in certi casi sono i parabeni, in altri metalli come il Nichel… Ci rivela che prodotti come l’acqua micellare, non sono altro che delle geniali operazioni di marketing per vendere acqua saponata, perché la verità è che per struccarsi la cosa migliore è usare dell’acqua ed un tensioattivo (sapone) che, formando delle sferette (le micelle appunto), circonda le particelle di grasso permettendo di rimuoverle dalla pelle. Sempre parlando di pelle, ci rassicura sul fatto che la cellulite non è una malattia come si vuol fare credere alle donne. Tutto dipende dal diverso tessuto adiposo presente negli uomini e nelle donne. Inoltre le creme anticellulite non sono affatto efficaci, il motivo è presto spiegato leggendo il capitolo dedicato alla cellulite. Poi ci parla anche dei capelli e dei vari prodotti per trattarli, delle cerette, dei prodotti per “combattere”  i segni del tempo per arrivare alle creme solari. Questo è un tema che mi sta molto a cuore, quindi sorvolando su tutti gli altri, voglio spendere due parole per commentare quello che ho letto riguardo ai solari. Vanno usati. Punto. Proteggono dai raggi UVB (quelli che provocano le ustioni) ed alcuni, bisogna verificare sulla confezione, dai raggi UVA più dannosi e pericolosi perché vanno più in profondità. La tintarella non è una protezione, quindi anche quando siamo abbronzati bisogna continuare a proteggersi. 
Consiglio di leggere questo libro per avere una visione consapevole dei prodotti che ci spalmiamo addosso, che usiamo per truccarci, per proteggerci dal sole, per depilarsi, per lavarci etc… Ah, e occhio alla data di scadenza, importantissima!        

Recensione di Elena Cannuccia.

Lo stato innovatore

Lo stato imprenditore

L’impresa privata è sempre presentata come il motore dell’innovazione negli stati moderni. Mariana Mazzucato in questo libro demolisce questo mito. Comincia col mostrarci come non solo i privati non sono i maggiori responsabili delle grandi innovazioni che ci sono state negli ultimi anni ma anzi hanno approfittato dei risultati della ricerca pubblica per fare grandi guadagni pagando droyalties irrisorie per queste invenzioni. Il caso più eclatante è Apple, che ha costruito l’iPhone su una serie di invenzioni fatte nei laboratori pubblici americani ed adesso evita anche di pagare le tasse grazie ad esenzioni e paradisi fiscali. Discute poi il ruolo dei venture capitalists che che si vantano spesso di aver finanziato aziende innovanti ma che in verità arrivano proprio nel momento in cui i prodotti sono vicini alla commercializzazione e le aziende vicine a quotarsi in borsa. La Mazzucato ci mostra come sia stato lo stato con i suoi finanziamenti alla ricerca e le sue commesse a guidare l’innovazione negli ultimi e come questo possa ripetersi se il ruolo dello stato vienisse maggiormente riconosciuto e le invenzioni pagate attraverso delle royalties.
Il libro di legge bene per essere nato da un report scritto per il ministero del economia inglese. Alcuni concetti sono ripetuti piú volte, ma ció non guasta.

questo

La Scienza Coatta

Sulla fascetta gialla che avvolge “La scienza coatta” si legge: “Ce stanno modi e modi de parlà de scienza. Noi c’avemo quello giusto¨.
Questa frase riassume benissimo lo spirito del libro, un modo nuovo ed originale, in autentico romanaccio, di raccontare le storie di famosi scienziati. Per leggere questo libro un po’ di scienza la dovete conoscere, se no sará difficile farsi due risate con i vari meme proposti nel libro. Per fortuna accanto ad ogni immagine gli autori ripropongono un breve storia del personaggio, enfatizzando le sue grandi scopeterte. In questo modo se giá conoscete lo scienziato in questione vi farete due risate riscoprendo in maniera ironica la sua biografia, se non invece non lo conoscete sará l’occasione per scoprirlo e poi riderci su.

Sette brevi lezioni di fisica

Ho deciso di comprare “Sette brevi lezioni di fisica” perché sono stato sorpreso dal suo successo. Un libro di divulgazione scientifica che vende come un romanzo, si trova nei supermercati e negli autogrill, scala le classifiche e viene tradotto in varie lingue… cosa mai potrà contenere?
In questo libro Carlo Rovelli ci presenti le sue sette lezioni di fisica su: relativitá, meccanica quantistica, il cosmo, le particelle, la gravitá quantistica, la meccanica statistica ed il ruolo dell’uomo nell’universo,
Le lezioni sono brevi, accessibili ed interessanti. Rovelli non si propone di spiegare come funzionano le varie teorie, ma di darne al lettore solo un assaggio, per cercare di fargli assaporare il gusto della loro bellezza.
Il libro si chiude sul ruole dell’uomo nell’universo, come osservatore e parte della natura che lo circonda.

Armi di distruzione matematica

Weapons of Math Destruction” o nell’edizione italiana “Armi di distruzione matematica” é sul libro di Cathy O’Neil su gli effetti negative che i big-data e gli algoritmi di intelligenza artificiale possono avere effetti nefasti sulla vita di tutti i giorni. Cathy ci presenta differenti usi di big-data che hanno portato a risultati molto negativi. Per esempio ottimi insegnanti che sono stati licenziati a causa di un algoritmo che doveva valutare i risultati degli alunni, e che facilmente é stato raggirato. O ancora software per prevedere il crimine o la probabilitá di recidivitá di un carcerato mostrano notevoli disparità nel modo in cui vengono giudicati gli imputati per esempio in base al colore della pelle o del quartiere di provenienza. Programmi utilizzati da banche ed assicuratori per concedere mutui, prestiti, coperture sanitarie che alla fine mostrano pregiudizi (bias) comparabili a quelli degli umani, da cui hanno appreso. Il libro di Cathy é una raccolta di casi come questi che mette in guardia sull’uso incontrollato dei big-data nel prossimo futuro.

L’universo è fatto di storie non solo di atomi

Ho deciso di leggere “L’universo è fatto di storie non solo di atomi” , più perché conosco Stefano Ossicini che per il libro in se stesso. Trovavo sia la scelta del titolo che la copertina non troppo accattivanti, ma devo dire che ne sono rimasto felicemente sorpreso. In questo libro Stefano ci presenta undici storie di truffe scientifiche degli ultimi due secoli. Si passa da personaggi come Jan Schön, che alle fine degli anni 90′, inizio 2000 pubblicò decine di articoli in prestigiose riviste con impressionanti scoperte nel campo della nanofisica e si passa alla storia dei raggi N, la poliacqua etc.
Per ogni storia Stefano ha fatto un grande lavoro di ricerca bibliografica per recuparare e studiare le fonti originali dei vari lavori e ricostruire le vicende dei vari autori. Tutta questa bibliografia é disponibile alla fine del libro per chi fosse interessato.
Tra i vari racconti, quello che piú mi ha colpito non sono stato tante le storie delle truffe di scienziati che hanno volutamente imbrogliato per cercare di far carriera, ma quelle di chi era convinto in buona fede di vedere o aver scoperto qualcosa che in realtà non esisteva. Mi ha sorpreso come chi lavora nel mondo della scienza possa convincersi che qualcosa esista o sia possibile anche contro evidenze sperimentali o prove certe. Altro punto interessante sono le conseguenze che hanno subito i vari personaggi a causa di queste truffe. I principali artefici sono stati radiati o discreditati dalla communitá scientifica, ma molte persone che avrebbero dovuto controllare come capi di gruppi, relatori di dottorandi sono spesso usciti indenni da queste storie.
Ho trovato il libro molto istruttivo, perché piccole truffe scientifiche continuano a presentarsi ogni giorno, volontarie o involontarie, come recentemente i supersolidi, il silicene etc… e quindi é importante capirne i meccanismi per cercare di evitarne in futuro.

Lavorare come editor per una rivista scientifica

Da qualche tempo lavoro come editor per una rivista scientifica: scipost.org. Quello che mi ha motivato a lavorare come editor é l’idea stessa della rivista scipost. Un giornale ad accesso libero sia per i lettori che per gli autori, finanziato dalle societá di fisica e gestito dagli stessi scienziati. Tutto questo mi é subito sembrata un ottima cosa, se confrontato con il modello di bussiness di Nature, Science o Elsevier. Per la prima volta un giornale che non cerca di accapararsi i soldi della ricerca ma che é al servizio degli scienziati.
Non avendo mai fatto l’editor, all’inizio non sapevo cosa aspettarmi. Devo dire che il lavaro di per se non é complicato. La parte piú difficile é spesso la ricerca dei referee, specialmente per per lunghi o complicati. Questa ricerca é resa piú difficile dal fatto che Scipost é un giornale nuovo e quindi molte persono si rifiutano di fare i referee per giornali che non conoscono.
Il resto poi é abbastanza facile, una volta ricevuti i report, non é difficile formulare un giudizio. Anche se per adesso non mi sono trovato davanti alla situazione di due report completamente in contraddizione tra loro… ma vedremo in futuro.
Invece mi é capitato il caso di un articolo scritto da un mio amico, che una volta visti i rapporti dei referee, che secondo me non erano poi male, mi scritto un email arrabbiato dicendomi che avevo selezionato referee cattivi…. e va be é la vita, spero non se la sia preso troppo.
Infine un’ultima cosa che mi piace del sistema SciPost. é che gli editori non hanno il potere di accettare o rifiutare un articolo dopo aver ricevuto i rapporti, ma solamente di consigliarne l’accettazione o il rifiuto, che poi sará votato da un piccolo gruppo di editori selezionati a caso.

Perché le nazioni falliscono

Why nations fail” nell’edizione italiana de Il Saggiatore “Perchè le nazioni falliscono” é un libro di Daron Acemoglu e James Robinson sulla nascita, lo sviluppo e la fine delle nazioni nel corso della storia. Il libro vuole cercare una spiegazione all’origine della prosperitá e della povertá che hanno attraversato ed attraversano differenti paesi. Personalmente io considero questo libro una risposta al lavoro di Jared Diamond  “Armi, acciaio e malattie“. Nel suo libro Diamond metteva in luce l’importanze delle risorse naturali in termini di piante, animali, clima etc. nello sviluppo della civitá umana. In parti del pianeta in cui  queste risorse erano state disponibili esse avevano permesso lo sviluppo di grandi civiltá, in altre in cui le risorse erano scarse gli insediamenti umani erano rimasti a livello di piccoli villagi o tribú.  In “Why nations fail”, Acemoglu e Robinson ribaltano questo teoria, le risorse sono importanti ma questo non é sufficiente per spiegare la crescità e la prosperitá di alcune nazioni rispetto ad altre. Secondo i due autori il punto cruciale per avere prosperitá e favorire lo sviluppo di una nazione é la presenza di “istituzioni inclusive”, sia dal punto di vista economico che dal punto di vista politico. La mancanza di uno di  questi due requisiti fa si che sul lungo termine lo sviluppo di una nazione si arresti o ancora peggio porti al fallimento del paese stesso. Il libro é molto interessante e si legge bene. Acemoglu e Robinson  presentano molti esempi a partire dalla storia antica fino ai giorni d’oggi per avvalorare la loro teoria. Questi esempi mostrano come istituzioni inclusive creino un circolo virtuoso per l’economia, che peró é sempre in bilico e rischia di essere ribaltato da eventi di vario tipo.
Personalmente credo che la loro teoria sia corretta, anche se avrei messo l’accento  su aspetti più moderni come le pressioni che ricevono piccoli stati da grandi potenze e sul  controllo che uno stato democratico deve esercitare affinché un gruppo ristretto di persone non diventi troppo potente economicamente o politicamente fino  a minare le “istitutzioni inclusive”.
Alla fine, direi un libro che va letto assolutamente per capire quanto la crescita di un paese sia legata alla possibilità di partecipazione dei suoi cittadini.