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Il fattore che tiene conto della correlazione di coppia è detto fattore di Jastrow o pseudopotenziale. La particolare forma che abbiamo scelto per tale fattore è simile a quella usata da Ortiz, Harris, e Ballone [39]:
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(3.4) |
Essa contiente tre parametri liberi che vengono ricavati dall'ottimizzazione della funzione d'onda(vedi 3.3), mentre il parametro è fissato dalla condizione di cuspide elettrone-elettrone [29] , differente a seconda dello spin relativo di due elettroni . Questa condizione evita che, quando due elettroni si avvicinano, diverga . Si ha quindi:
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(3.5) |
dove il segno + vale per spin paralleli e quello - per spin antiparalleli.
Poiché il nostro sistema è finito anche lo pseudopotenziale deve essere tagliato entro le dimensioni della nostra cella di simulazione; modifichiamo allora il nostro pseudopotenziale nel modo seguente:
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(3.6) |
Dove le sono scelte in modo che le derivate prima e seconda di siano continue, e è un stato preso pari a della dimensione della cella unitaria.
Lo pseudopotenziale 3.6 non verifica il corretto andamento per
(non riproduce la corretta dispersione plasmonica), tuttavia tale violazione non diminuisce la qualità della nostra funzione d'onda, in quanto le dimensioni del nostro sistema sono finite e lo pseudopotenziale viene tagliato prima di ; inoltre nel calcolo dell'energia, i contributi a lungo raggio sono molto meno significativi di quelli a corto raggio (vedi anche [39]).
E' possibile costruire uno pseudopotenziale che soddisfi la condizione di cuspide elettrone-elettrone e che abbia anche il corretto sviluppo a grandi partendo dall'approssimazione RPA [40], ma, come si può vedere dai nostri risultati, lo pseudopotenziale, che abbiamo scelto, ci porta ad una funzione d'onda migliore con energia e varianza più basse di quelle con pseudopotenziali RPA.
Per migliorare ulteriormente la nostra funzione d'onda si puo considerare uno pseudopotenziale con più parametri della forma:
Sebbene questa forma funzionale dia un'energia ed una varianza più piccole, a noi interessa solo come funzione guida del DMC; dopo alcune prove, abbiamo preferito la forma (eq. 3.4) in quanto richiede meno tempo per l'ottimizzazione ed è adeguata come funzione guida nel DMC.
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2001-09-28